Mi stupisco di fronte alla meraviglia della Fenice che rinasce ogni volta dalle ceneri Ne lascio ad ognuno le proprie.

Mi indigno di fronte a chi t’impone la morte per rinascere… Sia fuori, sia dentro.

Ininterrottamente nuovi ogni giorno nasciamo a noi stessi dall’infinità dei tempi in perpetua trasformazione.

Voltarsi a questo e spostarsi in ciò che per me è meglio al fine unico della Vita è stato ridotto ad utopia e reso cieco e sordo chi cerca.
Lungi da me l’eterno conflitto di sempre che, nella dualità già scritta, riporta all’antico testo e lega ogni emozione alla morte eludendo la continuità della Vita stessa a sogno nell’inganno di Morfeo.

Sonia Lunardi