Nella possibilità di quantificare un tempo che è illimitato, confrontiamo il già stato con ciò che nel qui e ora si mostra, così ci perdiamo.
Infiniti spazzi si aprono e come Pinocchio nel ventre della balena creiamo uno stato di comfort immaginario che permette alla parte biologica di sopravvivere. Finché, la percezione del nuovo ci incontra e si presenta nel vuoto assoluto…
Ci adoperiamo, pronti a salpare, affrontiamo quel mare interiore, spesso in tempesta.
L’approdo incerto ci permette di sperimentare ciò che fin’ora era rimasto nascosto…in agguato, sconosciuto, fuori da ogni tempo.
E il frattale diverso…si mostra.

Sonia Lunardi