Un nuovo Libro prende forma, pagine vuote che si riempiono traducendo in parole le emozioni vissute, gli sguardi, gli abbracci, i sospiri, le pause infinite dei “non detto”, come un fiume le parole scorrono e mi permettono di osservare paesaggi e tornare là, a quell’istante, a quell’attimo che ha permesso il passo successivo.

Intorno solo il rumore lieve del vento fra gli alberi, il cinguettio degli uccelli e il mio respiro che si fa spazio tra una riga e l’altra lasciando fluire brividi che attraverso il corpo mi ricordano chi sono.

Tutto si compie con la maestria dell’ignoto che si mostra e diventa realtà, una realtà fatta di passi lenti, movimenti eterni, incontri di vite vissute o anelate, frasi strozzate che diventano vuoti che nessuno potrà mai riempire, distanze che sembrano tunnel di cui non si vede la fine o pozzi il cui fondo è raggiungibile solo rimanendo integri e senza intenzionalità.

La fenomenologia viene tradotta e non trovo le parole adatte, forse non esistono ancora quelle parole! Nel silenzio che non è silenzio conosciuto ma immenso e pieno di tutto, quel vuoto ha senso, è il vuoto stesso il senso.

Il battito del cuore si allinea al battito delle dita sulla tastiera, niente è separato, il fiume di parole prende forma e si rovescia sulla carta bianca come se non vedesse l’ora di poterlo fare, come se atteso da tempo fosse il Libro stesso a chiamare dallo scaffale dove già sarà posato, o dalle mani di un lettore che attendeva di nutrirsi di ciò che è scritto, dallo sguardo dell’editore che ha già visto oltre.

Nel sentire il mio respiro calmo che riempie i polmoni torno qui e ascolto…Intorno la meraviglia e continuo a scrivere la meraviglia che ho dentro, fatta di esperienze e di sguardi, di sorrisi e di pianti, di strette di mano e di schiene che si allontanano che non rivedrò.

Un nuovo Libro prende forma…